L’Etiopia, terra millenaria di civiltà antica e imperi gloriosi, ha vissuto nel ventesimo secolo un periodo di profondi cambiamenti e sconvolgimenti. Tra questi, il colpo di stato del 1974, condotto dal gruppo militare chiamato Derg (“consiglio” in amarico), ha segnato una svolta epocale nella storia del paese.
Il contesto che ha portato al colpo di stato era denso di tensioni e insoddisfazioni. L’imperatore Hailé Selassié I, che aveva regnato per oltre 40 anni, si trovava ad affrontare crescenti proteste popolari dovute a disparità economiche, povertà diffusa, e una mancanza di libertà politica. La monarchia era percepita come autoritaria e lontana dalle esigenze della popolazione.
In questo scenario di instabilità sociale ed economica, il Derg, un gruppo di ufficiali militari di rango inferiore guidati da Mengistu Haile Mariam, approfittò dell’occasione per prendere il potere in una serie di colpi di mano rapidi e decisivi. L’imperatore fu deposto, privato dei suoi titoli reali e infine arrestato insieme ad altri membri della famiglia imperiale. La monarchia etiopica, che durava da secoli, giunse così a un drammatico epilogo.
Le conseguenze del colpo di stato: Un panorama complesso.
Il colpo di stato del 1974 inaugurò un periodo tumultuoso nella storia dell’Etiopia. Il Derg, nonostante si fosse proclamato come un governo provvisorio, instaurò presto una dittatura militare che durò per diciassette anni, fino al 1991.
Il regime di Mengistu Haile Mariam si caratterizzò per una feroce repressione politica, l’abolizione dei diritti civili e l’instaurazione di un sistema economico centralizzato. Il “socialismo marxista-leninista” divenne la dottrina ufficiale del Derg, ma nella pratica si tradusse in politiche che provocarono un grave declino economico e sociale.
L’abolizione della proprietà privata, il controllo statale delle imprese e l’istituzione di collettivi agricoli portarono a una drastica riduzione della produzione agricola, aumentando ulteriormente la povertà e la fame nella popolazione.
La “Rivoluzione Rossa” e il Terrore Rosso:
Il Derg tentò di imporre con la forza un cambiamento radicale nella società etiopica. La cosiddetta “Rivoluzione Rossa” si trasformò presto in una terribile ondata di terrore, conosciuta come “Terrore Rosso”.
Mengistu Haile Mariam e il Derg utilizzarono metodi brutali per reprimere ogni opposizione politica, reale o presunta. Le purghe politiche, le torture sistematiche, gli arresti arbitrari e le esecuzioni extragiudiziali divennero la norma, creando un clima di paura e sospetto generalizzato.
Il regime repressivo del Derg si caratterizzò anche per una forte campagna anti-intellettuale: artisti, scrittori, intellettuali e accademici furono perseguitati e silenzati, contribuendo ulteriormente al declino culturale del paese.
La guerra civile in Eritrea e Tigray:
Il colpo di stato del 1974 e l’instaurazione del regime militare del Derg contribuirono a scatenare una guerra civile che durò per oltre due decenni. In Eritrea, la provincia settentrionale dell’Etiopia con un forte sentimento di identità nazionale distinta, scoppiarono ribellioni armate contro il governo centrale.
Allo stesso tempo, anche nel nord dell’Etiopia, nella regione del Tigray, si formò un movimento di resistenza guidato dal Fronte Popolare di Liberazione del Tigray (TPLF), che lottava contro l’oppressione del Derg e per il riconoscimento dei diritti delle minoranze etniche.
La guerra civile in Eritrea e Tigray ebbe conseguenze devastanti: migliaia di persone persero la vita, milioni furono costretti a fuggire dalle proprie case e l’economia del paese fu ulteriormente indebolita.
Il crollo del Derg e l’avvento dell’ EPRDF:
Dopo diciassette anni di dittatura militare, il regime di Mengistu Haile Mariam iniziò a vacillare sotto la pressione crescente delle forze ribelli eritree e tigrine. Nel 1991, con il sostegno della comunità internazionale, il Derg fu finalmente sconfitto e Mengistu fuggì dal paese.
Il Front Democratico Rivoluzionario del Popolo Etiopico (EPRDF), un’alleanza di gruppi armati che avevano combattuto contro il Derg, assunse il controllo del governo etiopico. L’EPRDF, guidato dal TPLF, instaurò una nuova Costituzione e promosse un processo di democratizzazione, seppur con molte criticità.
Il colpo di stato del 1974 segnò un punto di svolta nella storia dell’Etiopia. La caduta della monarchia e l’avvento della dittatura militare del Derg aprirono una fase di profonde trasformazioni sociali, economiche e politiche che avrebbero influenzato il paese per decenni a venire.
La guerra civile, il terrore politico e la repressione brutale del regime del Derg lasciarono cicatrici indelebili nella società etiopica. Tuttavia, la sconfitta del Derg nel 1991 aprì anche la strada a un nuovo capitolo nella storia dell’Etiopia: un percorso di transizione democratica che, nonostante le difficoltà, ha portato a progressi significativi in termini di sviluppo economico e sociale.
Il colpo di stato del 1974 rimane comunque un evento chiave nella memoria collettiva dell’Etiopia: un periodo di tumulti, tragedie e profondi cambiamenti che hanno plasmato la storia del paese nel ventesimo secolo.